domenica 7 maggio 2017

Alain Gerbault e il sogno delle isole del sud Pacifico


Considerato un eroe dalla madre patria, la Francia, che gli eresse una stele nel luogo della sua sepoltura sull'isola di Bora Bora, è scarsamente conosciuto in Italia e poco o mal considerato nel mondo anglosassone; Jean Merrien nel suo “I solitari degli oceani” - Mursia – descrive il primo giro attorno al mondo di Gerbault come quello di un dilettante, costellato da errori a cui solo la fortuna poté porre rimedio, però Gerbault ha contribuito parecchio a delineare la figura dei futuri viaggiatori a vela, e il più noto di questi fu senza dubbio Bernard Moitessier che ispirò molta della sua filosofia di vita a Alain Gerbault.
Non voglio parlare di Gerbault per le sue doti di marinaio e navigatore, ma piuttosto per il lato più idealista, intellettuale e sognatore, a volte al limite del misticismo, che hanno fatto di lui uno dei maggiori viaggiatori per mare del secolo appena trascorso. 
Aviatore, tennista professionista e raffinato esteta, Gerbault durante un suo soggiorno in Inghilterra, dove si era recato per partecipare a un torneo di tennis, vide a Soutahampton, il Fire Crest, un anziana imbarcazione da regata; s'innamorò delle sue linee fini ed eleganti e la comperò, già presagendo grandi e gloriose traversate. 
In questo fu forse anche un imitatore dell'argentino Vito Dumas, che nel 1931 acquistò in Bretagna il Sirio, una barca da regata assolutamente inadatta ad attraversare gli  oceani, Dumas però la comperò proprio  per ritornare in patria in Argentina; il Sirio costava, infatti, tanto quanto un passaggio su un piroscafo!  Gerbault e Dumas hanno almeno un altro punto in comune: prima della partenza erano entrambi totalmente a digiuno dell'arte della navigazione che appresero nel corso dei loro viaggi, le similitudini tra i due però finiscono qui.  Dumas grandissimo uomo di mare, non fu un viaggiatore, almeno nell'impresa che lo rese celebre, ossia il giro del mondo in solitario alla latitudine dei 50° (i cinquanta ruggenti), mentre Gerbault, scarso e poi semplicemente corretto marinaio fu un grande viaggiatore che contribui con i suoi scritti a diffondere la passione per il viaggio per mare e per le incantate isole del Sud Pacifico che rappresentavano per il sofisticato marinaio-viaggiatore l'ideale di un paradiso primitivo perduto.
Gerbault, estimatore della vita e delle opere di Gauguin, appassionato e attento lettore di Stevenson e London, aveva sviluppato un innamoramento per le isole del sud Pacifico, e questa fu di certo una delle molle che lo spinsero a intraprendere il suo viaggio.
Gerbault salpò da Cannes il 25 di aprile del 1925; il  Fire Crest (Cresta di Fuoco), si rivelò subito una barca pesante per un solitario non particolarmente esperto, inoltre era bassa di bordo e la navigazione divenne spesso molto bagnata, ma Alain con la perseveranza e quasi la testardaggine che sempre lo caratterizzeranno, proseguii il suo viaggio; venne accolto come un eroe a New York, prosegui poi per i tropici, passò Panamà e giunse al fine nelle isole che tanto lo colpiranno e in cui in seguito si trasferirà stabilmente. 
Fedele al programma iniziale rientrò  il 2 di agosto del 1929 trionfante a St Malò, sua città natale.
Dopo quattro anni a girovagare per mare, in cui aveva sperimentato la più totale adesione con la natura e una naturale propensione a capire e integrarsi con quelle culture tanto vicine al suo sentire, il mondo civile moderno in cui si ritrovò dopo il suo rientro, gli stava sempre più stretto.
Cedette l'anziano e ormai provato Fire Crest alla marina francese per farne una nave scuola e si fece costruire una nuova barca, più piccola, più leggera e in definitiva più marina, che con notevole immodestia battezzò col proprio nome: Alain Gerbault !
Il povero Fire Crest, sembra non avesse gradito molto l'abbandono da parte del suo armatore con cui aveva condiviso tante avventure e più di una volta rischiato di soccombere definitivamente, e  durante il rimorchio con cui avrebbe dovuto essere spostato a Cherbourg, decise di colare a picco e chiudere così i suoi giorni.
Due anni dopo essere rientrato Gerbault salpò nuovamente, questa volta, marinaio ormai maturo e su una barca più adatta del nervoso e glorioso Fire Crest, compii una navigazione assolutamente corretta fino alle Marchesi, dove si fermò in modo quasi stabile continuando però a navigare tra le isole, e scrivendo i suoi libri che molto contribuirono a creare il mito delle isole del sud negli aspiranti navigatori del vecchio continente.
Gerbault aveva fama d'essere piuttosto tirato nelle spese e di vivere con pochissimo, nonostante dalla sua precedente carriera di tennista e con la pubblicazione dei suoi libri, che riscossero un discreto successo, di certo non doveva mancare di fondi. È appurato che teneva le sue riserve sotto forma di lingotti d'oro rivestiti da una sottile pellicola di piombo confusi tra quelli della zavorra.

Almeno una volta è noto che a Papete usò le sue riserve auree come garanzia per ottenere un prestito bancario. 
Può essere questo un buon suggerimento per gli odierni viaggiatori dei mari poco fiduciosi nell'andamento dell'economia globale!
Gerbault fece naufragio nel 1941su un reef presso l'isola di Timor portoghese, raccolto esanime spirò poco dopo in un ospedale a Timor; la sua barca l'Alain Gerbault, con la sua preziosa zavorra non venne mai ritrovata.
Alla fine del conflitto mondiale la Marina francese inviò una spedizione a Timor che recuperò le spoglie del navigatore per essere poi tumulate con tutti gli onori a Bora Bora, o Pora Pora come con un affettuoso vezzo amava chiamarla Alain Gerbault.
Tutta la filosofia di vita d'Alain Gerbault è racchiusa in queste sue parole quasi profetiche:

“Benché da secoli l’uomo sia abituato a vivere schiavo della civiltà, io non sarò costretto a fare la stessa vita servile e convenzionale. Padrone della mia barca, me ne andrò attorno per il mondo, ebbro di aria, di spazio, di luce, facendo la vita semplice del marinaio, bagnando nel sole un corpo che non è stato creato per essere prigioniero delle case costruite dagli uomini. E tutto felice di aver trovato la mia strada e realizzato il mio sogno, mentre sto alla barra , recito le mie poesie preferite sul mare…”.

Nessun commento:

Posta un commento