Abituati alle temperate acque mediterranee, o a
quelle calde dei mari tropicali ormai sempre più frequentemente
solacate dai diportisti velici, ci si domanda perché navigare in
quelle gelide e difficili artiche o antartiche.
Una risposta ce la dà il bel libro di Laura
Canepuccia “ SVALBARD – A vela nell’arcilepelago di ghiaccio”
per Nutrimenti mare.
Il libro, scritto con uno stile lineare e
scorrevole che invoglia alla lettura, narra dell’esperienza di
Laura imbrcatasi come hostes e marinaia su una grande barca che al
comando di Ian colossale ed esperto comandante olandese, ha un
programma di charter (principalmente sci alpinismo + vela estermi) ai
margini della calotta artica.
Anche Laura ha origini veliche con lunghe
navigazioni mediterranee e caraibiche, ma attraverso la sua difficile
esperienza artica ci racconta delle emozioni uniche che solo una
natura incontaminata, ostile all’uomo, ma proprio per questo ricca
di grande fascini può trasmettere. Un accento particolare è messo
sui rapporti umani sia con il proprio comandante che con i rari
abitanti locali o gli avventurosi clienti dei charter, rapporti che
in quelle condizioni divengono sempre essenziali e veri. Perchè solo
in situazioni dove pochi e motivati possono giungere i rapporti e gli
incontri possono tornare ad avere quella valenza di riconoscersi tra
pari, un tempo comune a tutti gli “uccelli d’alto mare”;
rapporti ora appiattiti e banalizzati dalla facilità e dal numero
sempre crescenti di navigatori.
Con Laura alla serata di presentazione alla Lega Navale di Trento |
Laura, che dice di voler assolutamente ritornare
in quelle regioni, ha corredato il libro con foto in bianco e nero,
retaggio della sua originale professione; una scelta perfettamente
coerente allo spirito del viaggio, in cui la semplicità,
l’essenzialità e la necessaria rinuncia a tutto il superfluo è
elemento fondamentale.