“La
Solitudine dell’assassino”, l’ultimo libro di Andrea Molesini
non è strettamente un racconto di mare, e quindi non dovrei parlarne
in questo Blog, che però ha per titolo: “Storie di mare e
altro...” , ma il mare è sempre presente nei libri di Andrea
Molesini, che è anche un bravo marinaio e un amante delle barche,
quelle vere che hanno un anima!
Fin
dalle prime pagine sono stato colpito da questo passaggio,
che trasmette una grande verità; lo riporto integralmente:
“
Lo sciabordio dell’acqua, il sibilo della brezza sugli alberi,
gli stralli, le sartie degli yacht ormeggiati, in attesa dell’estate.
C’è un canto sommesso e sinistro nelle barche che non navigano.
Una barca è una promessa d’avventura e, lontana dai frangenti, da
Lestrígoni e Ciclopi, si fa tana di ratti, nido di alghe e
molluschi.”
Nel
complesso rapporto tra l’io narrante (un traduttore e scrittore) e
Malaguti, l’anziano ex ergastolano incarcerato per omicidio,
s’instaura tra i due una singolare amicizia e lentamente si svela
il segreto della vita dell’ex galeotto, che non era un rozzo
criminale, ma bensì un colto bibliotecario, dalla complessa
personalità.
Un
importante momento d’unione, e anche di conflitto, tra l’io
narrante e “l’assassino” è avvenuto durante
una lunga crociera da Trieste a Itaca a bordo di un elegante cutter
classico; un altro passaggio in cui si respira il sapore del mare e
dell’avventura.
Pochi scrittori contemporanei hanno su di me la capacità di
catturarmi nel loro mondo e di permettermi di vivere cono loro, come
se fossi realmente presente, per tutto il periodo della lettura!
Un libro da gustare anche in ogni singola parola, mai scelta in modo
casuale, e tutte concatenate per rendere la psicologia del
presonaggio principale e anche quella dell’io narrante, con momenti
luminosi e tenebrosi abissi; il tutto sempre con grande umanità.