Gérard
Borg è poco conosciuto dalla gran parte del pubblico di appassionati
di nautica e di viaggi per mare, ma ritengo sia un personaggio
importante che può ben reggere il confronto con altri più blasonati
navigatori delle origini del viaggio a vela per diporto.
La
sua importanza sta tutta nell'apparente semplicità ; un uomo
comune, una sorta d'anti eroe della nautica, che però in un epoca
ancora non invasa dalle gesta di Moitessier - i loro percorsi che
forse mai neppure s'incrociarono, presero le mosse nella medesima
periodo - fece una scelta di vita da vero precursore partendo alla
chetichella senza grandi dichiarazioni d'intenti o lanciando roboanti
proclami.
La
storia dei suoi viaggi ci è giunta tramite un libro da lui scritto
“Les Tetragonautes” edizione Calmann-Lévy del 1967, ne fu fatta
anche un edizione tradotta in italiano, purtroppo ormai introvabile.
Gérard
Borg, a dispetto del nome non era nordico, ma francese, nei primi
anni '50 si trovava a Rio de Janeiro dove esercitava la professione
di medico-ipnotizzatore, e aveva una numerosa clientela che trovava
grande beneficio sia fisico che psicologico dai suoi trattamenti.
Nonostante
avesse una buona vita in un paese di certo piacevole e accogliente,
la sua professione lo soddisfaceva sempre di meno; i pazienti erano
spesso vacui e petulanti, una ricca coppia arrivò perfino a
chiedergli d’ipnotizzare il loro piccolo cagnolino per liberarlo
dai paurosi incubi notturni che lo affliggevano!
Fu
questa forse la famosa “goccia che fa traboccare il vaso”.
Gérard,
che da bambino povero s’era ripromesso di divenire ricco, scopri
presto che con la sua professione, forse avrebbe anche potuto
diventarlo, ma di certo non sarebbe stato ne felice e ne libero;
considerò allora che era preferibile essere ricchi di tempo e di
libertà, piuttosto che di denaro, e decise di “mollare tutto” e
cambiare vita.
Nella
baia di Rio de Janeiro scovò Ina,
un autentico Colin Archer costruito in Norvegia nel 1930, senza
esitazioni acquistò la solida e anziana barca, e totalmente privo,
sia d'esperienza come velista sia
di conoscenze dell'arte della navigazione; nella primavera del 1955
partii iniziando un vagabondaggio per mare senza una precisa meta, da
solo, o con occasionali compagni d’avventura.
Ben
presto in uno dei suoi viaggi incontrò Yamashiro, una piccola e
apparentemente delicata geisha che diverrà la sua compagna di vita e
di navigazione.
La
coppia si stabili a vivere stabilmente su Ina.
Dopo
l' Atlantico viaggiarono pigramente per tutto il Mediterraneo,
alternando alla navigazione periodi in cui
stavano più fermi e Gérard rimpinguava la cassa di bordo con la sua
professione di medico-ipnotizzatore (un volta riuscii
perfino a fare un operazione chirurgica su un paziente privo
d'anestesia e solo ipnotizzato), segui il Mar Rosso, l'indiano e
quindi il Pacifico.
Un
vero viaggio all'insegna della lentezza e del desiderio d'assaporare
e capire fino in fondo i porti toccati e le amicizie incontrate,
Gérard amava definirsi il viaggiatore per mare più lento della
storia; difficile fare un paragone, ma quantomeno ho il sospetto di
potergli contendere questa palma!
Nel
suo libro raccontacon acuto spirito d'osservazione, gli aneddoti di
viaggio e gli inevitabili momenti di tensione in navigazione, dove
anche l'uomo più comune deve divenire coraggioso; è sempre
ironicamente autocritico, mai autoreferenziale e le sue descrizioni
dei bizzarri personaggi incontrati, delle disavventure burocratiche o
degli inevitabili momenti di tensione e difficoltà sono narrati con
sottile umorismo, in certi casi le sue avventure sono realmente
esilaranti, anche in virtù dello stile di scrittura libero e
informale.
Ironica
e pungente anche l’analisi di tutti i problemi della vita su di una
piccola barca a vela, certo più spartana ed essenziale di quelle che
navigano oggi, ma da cui in ogni caso si possono trarre utili e
attuali insegnamenti.
Per
concludere un vero viaggiatore per mare, direi uno degli esempi
migliori e più facili da voler prendere come modello.
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